Cronaca lunedì 08 febbraio 2016 ore 17:07
"C'erano tre defibrillatori ma non vennero usati"

Riprende il processo sulla morte di Piermario Morosini. Il giudice ha ascoltato la ricostruzione dei fatti fornita dalla dirigente della Digos
LIVORNO — Piermario Morosini morì il 14 aprile del 2012, sul campo dello stadio Adriatico di Pescara. Imputati per omicidio colposo i medici Ernesto Sabatini, Manlio Porcellini e Vito Molfese. Sotto la lente del giudice c'è il mancato utilizzo del defibrillatore.
Il giudice Laura D'Arcangelo oggi ha ascoltato la ricostruzione dei fatti fornita da Leila Di Giulio, dirigente della Digos e vice questore aggiunto a Pescara, in servizio allo stadio Adriatico il giorno della tragedia.
La testimonianza si è basata principalmente sui filmati acquisiti. "Morosini si accascia a terra dopo 29 minuti e 42 secondi di gioco - ha riferito Di Giulio - Dopo 20 secondi sono entrati in campo il medico del Livorno, Porcellini, e poi quello del Pescara, Sabatini. Subito dopo è arrivato anche un operatore della Croce Rossa, con la barella, ma poco dopo è tornato verso la sua postazione, per prendere una valigetta gialla contenente il defibrillatore".
Il vice questore ha spiegato che "dopo circa un minuto dalla caduta del giocatore, Porcellini ha iniziato le manovre sul corpo di Morosini e ha effettuato un massaggio cardiaco, mentre dopo due minuti e 40 secondi è arrivata in campo l'ambulanza".
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