Il mondo salvato dagli elfi e dai mutaforma?
di Adolfo Santoro - sabato 28 settembre 2024 ore 07:10
Non scriverò oggi della guerra totale temuta da Biden, e non si sa bene se alluda ai reiterarti tentativi di Bibi di sfuggire al carcere per i reati nel suo Paese inventandosi una nuova guerra o se alluda anche alla guerra atomica che sta innescando, grazie al filo-nazista Zelensky in guerra con lo zar Putin … basta dimenticare che USA, Gran Bretagna e Italia sono i primi tre fornitori di armi allo stesso Bibi e le armi fornite dall’Occidente per una guerra che, come tutte le guerre, si può solo perdere. Non scriverò neanche del regime autoritario (che – per carità – non si può chiamare neo-fascista) e della neo-Storia che il nostro governo sta costruendo grazie all’attacco concentrico a costituzione-unità d’Italia- magistratura-giornalisti-chi protesta pacificamente. Non scriverò neanche delle alluvioni che si alternano alla siccità e dei costi delle conseguenze che ricchi, finanza e politici intendono scaricare, attraverso un’assicurazione obbligatoria, su imprese e famiglie, … come a dire che il governo può solo invocare il cessare il fuoco del riscaldamento globale.
C’è qualcosa di più grave, che è la madre di tutte le battaglie, come amava recitare l’ex-dittatore Gheddafi e come ama recitare il nostro Presidente (non della Repubblica): l’infantilismo adolescenziale di chi dovrebbe guidare le sorti della Terra e che cosa accomuna, ad esempio, Donald (non Duck), Elon e la nostra elfa!
Ci stiamo avviando tutti verso una società senza padre, senza responsabilità e questi tre ne sono la conferma! I padri, rappresentanti di una memoria storica fondata – tanto per dire – sulla Resistenza, sono stati smarriti ed al loro posto ci sono i super-eroi dei miti fabbricati dalla TV, dei romanzi e dei cartoons. La vita diventa così un film, dove i morti non fanno più impressione e la miseria fornisce solo il contesto per un’altra sceneggiata eroica.
Il capostipite della famiglia Trump fu Fred Trumpf, con la f finale, in quanto tedesco emigrato alla fine del 1800 in America, dove mutò il cognome in Trump trovando il successo come imprenditore balneare. Il secondogenito, ma primo maschio tra i figli, fu ovviamente chiamato Fred jr e questi implementò il successo della casata diventando un costruttore di immobili (Dio ci scampi dagli immobiliaristi anche nostrani!). Fred jr trovò anche il tempo, tra un affare e un altro, di mettere al mondo cinque figli, uno dei quali era, appunto, Donald. Ma il piccolo cervello di Fred jr - la cui intuizione non guardava all’infinito eterno - lo tradì: dalla depressione senile, conseguenza delle sue vedute ristrette, passò facilmente alla demenza senile, dopo la quale trapassò. Fred insegnò a Donald fin da piccolo che al mondo ci sono solo due tipi di persone: i vincitori o assassini e i perdenti; quando Donald aveva 13 anni fu inviato ad una scuola militare, dove ricevette uno schiaffo, per la prima volta nella sua vita, quando oltrepassò una linea segnata. Fu l’inizio di 5 anni di apprendimento del bullismo; un testimone ha descritto che Donald urlava ai suoi compagni di classe, li spingeva in giro... Governava la vita del dormitorio con il pugno di ferro ... Tutti noi facevamo parte di questa cultura in cui picchiavi i ragazzi quando non facevano la cosa giusta … Ti hanno colpito. Potresti essere stato sbattuto contro il muro …
Mary, la madre, si era ammalata gravemente quando Donald aveva due anni; ne era uscita una donna, con i capelli acconciati e tinti di arancione, taciturna, conservatrice e gentile, che dava a Donald questo unico consiglio: confida in Dio e sii fedele a te stesso; in compenso c’era una governante. Un amico di famiglia descriveva: Donald era in soggezione di suo padre e molto distaccato da sua madre. Questa era depressa? E la sua depressione poteva essere secondaria al rapporto con un marito despota e violento? È possibile.
Fatto sta che l’eroe adolescenziale di Donald era Superman, l’altra faccia del timido Clark Kent.
Non da meno di Fred jr era il sudafricano Errol, padre di Elon. La madre, Maye, era invece diversa da Mary: quando Elon aveva dieci anni, si separò e se ne andò in Canada, ma al figlio, più che l’effimero mondo delle modelle, non ha saputo insegnare. Ma il male era già fatto: Elon non è diventato una checca dell’alta moda, ma visse per anni col padre in Sud Africa e questi non lo difese dal bullismo dei suoi coetanei, che arrivarono a lanciarlo da una rampa di scale e a picchiarlo fino a fargli perdere conoscenza. Fu così che Elon, ragazzo Asperger, si recò in palestra per imparare a fare il bullo al fine di difendersi dai bulli. Errol era un ingegnere e, come tutti gli ingegneri aveva la mente fredda, per cui impregnò di tecnologia la mente di Elon, che ebbe così un’istruzione privata, divorò un’enorme quantità di libri (tra cui quello di Spinoza, senza però comprenderlo) e un computer (cosa rara a quei tempi perché i computer erano presenti solo nei luoghi di lavoro). A soli dieci anni imparò da autodidatta a programmare e a dodici scrisse il suo primo software, un videogame. A diciassette anni si trasferì in Canada sfruttando la cittadinanza della madre, un po’ per studiare e un po’ per evitare il servizio militare; dal Canada passò negli USA e si trovò in California nel pieno del boom di Intenet ... iniziò la sua fortuna di imprenditore, che lo ha portato ad essere l’uomo più ricco del mondo. In questa sua scalata della ricchezza ha avuto importanza la sua ambivalenza politica: si definisce un repubblicano di sinistra o un democratico di destra ottenendo comunque grandi vantaggi sul piano fiscale.
Da brave Asperger è un ottimista superficiale, fiducioso nella capacità della tecnologia di risolvere ogni problema: Dobbiamo tutti essere ottimisti. L'umanità risolverà la crisi dell'energia sostenibile... il futuro è luminoso e benevolo... riusciremo a convertire la CO2 e avremo acqua a sufficienza... la Terra è liquida, dovremmo chiamarla Acqua!... Vuole impiantare microchip nel cervello di soggetti con malattie neurodegenerative, vuole fondare una colonia di uomini su Marte per salvare l’umanità e collabora con gli immortalisti, quel gruppo di straricchi della Silicon valley che (ispirandosi ai cosmisti russi, che attendono che Lenin resusciti dalla sua bara) vorrebbero trasferire il cervello umano in un computer. A suo modo Elon è un religioso ed annuncia un futuro di benessere e felicità infiniti, dove miseria, malattia, scarsità, lavoro non saranno che ricordi di un’epoca passata di barbarie e irrazionalità; e la fede nell’Intelligenza Artificiale è richiesta.
Anche la sua vita privata è a misura di Asperger: ha avuto undici figli, alcuni dei quali li ha chiamati con sigle e sono stati concepiti in provetta, ed un figlio si è fatto operare per diventare femmina.
Da bravo Asperger la sua cultura si fonda sui fantasy e probabilmente si limita ad essi. Ha ingaggiato una guerra tra colossi perché Amazon ha realizzato una serie sul Signore degli anelli di Tolkien in senso woke; ha così twittaato: Tolkien si starà rivoltando nella tomba … Più o meno ogni personaggio maschile visto sin qui è un codardo, un cretino o entrambi. Solo Galadriel è coraggiosa, intelligente e simpatica … Ed ha cercato lo scontro fisico con un altro palestrato straricco, magari al Colosseo: Zuckerberg di Facebook.
In tono minore anche la nostra piccola elfa, la bulla di borgata, ha ripercorso la storia di Donald ed Elon: padre evanescente, madre scrittrice di romanzi rosa, bambina grassa e bullizzata, rimedio con dieta e palestra, credenze nel paranormale ed in Dio-patria-famiglia a modo suo, spettacolarizzazione della sua presenza in politica, cultura che non va al di là del fantasy, capacità di essere proteiforme, una mutaforma, che, come un’ameba, tende ad inglobare e a distruggere l’unicità.
Questa è la classe dirigente del futuro, che sembra uscita da un cartone animato e che è seguita e imitata dalla minoranza di sottoposti, che è, pur sempre, la maggioranza dei votanti.
Far parte di questa società di bulli ex-bullizzati? No, grazie! Non resta altro che osservare argutamente il film del bullismo delle origini essendo consapevole che la vita non è un film, e che è invece una tragedia che finisce sempre con la morte. Ed, in questa tragedia, la vita dei bulli ex-bullizzati è già morta.
Adolfo Santoro