Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 13:37 METEO:LIVORNO13°19°  QuiNews.net
Qui News livorno, Cronaca, Sport, Notizie Locali livorno
mercoledì 06 novembre 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

di Adolfo Santoro - sabato 26 ottobre 2024 ore 08:00

(prima parte)

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

Così inizia l’avvertimento del film Indagine … di Elio Petri con Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan come protagonisti. Ed è veramente una grande bugia: il film non fa riferimento solo ai fatti della contemporaneità del 1970, ma, come tutte le grandi opere d’arte, fa riferimento, anche attraverso l’impertinente commento musicale di Ennio Morricone, alla grottesca tragedia dell’essere umano, che, impigliato in una società maschilista, oscilla confondendo pubblico e privato, potere e sesso, fedeltà al passato e desiderio di un cambiamento che non può permettersi.

Il film oscilla, dunque, tra la descrizione della quotidianità da caserma di IL DOTTORE – che da ora in poi chiamerò per brevità D. - (un commissario della Polizia criminale, promosso a Capo della Polizia giudiziaria) e i flash back (propri del Disturbo post-traumatico d stress) del suo delitto: il giorno della nomina ufficiale della promozione, uccide l’amante, AUGUSTA TERZI – che da ora in poi chiamerò per brevità A.T.

Ecco la prima scena.

D., vestito di chiaro come un damerino, va ad incontrare al primo piano di una condominio A.T., che, da dietro i veli di una tenda, già gli sorride sapendo quello che li attende. Ma, questa volta, il grottesco di un incontro sado-maso esita in una tragedia:

A. T. Stavolta come mi ammazzerai?

D. Ti taglierò la gola!

E gliela taglierà veramente!

Che cosa ha spinto D. ad andare oltre il gioco sado-maso? A.T. è da tre anni separata dal marito ed è affascinata dai libri gialli, dalle vicende di cronaca nera e dagli incontri segreti con questo maschio da caserma, che agisce con lei le scene dei femminicidi, su cui D. ha investigato. Ma due eventi rompono la monotonia della noiosa tresca: la promozione di D., che amplifica in lui il narcisistico senso di possedere il potere, e il ventilato tradimento di A.T. con un giovane contestatore, che - simbolicamente - fa Pace di cognome e che abita qualche piano più su nello stesso condominio.

L’intreccio tra sesso e potere si è coattivamente ripetuto nella storia dell’uomo, che è storia maschilista, falsamente interrotta dal matriarcato, che è solo un rovesciamento delle parti. Basti pensare a Silvio, Veronica Lario e alle Olgettine. Oppure, più modestamente, a Sangiuliano, alla deflagrazione dei matrimoni delle donne al potere ed ai meccanismi di potere in ogni Istituzione.

Così, mentre D. riordina ossessivamente – quasi a segnalare che il rapporto non è ormai più dominato dalla passione, ma dall’odio -i suoi vestiti da cui si è denudato, A.T. continua nel suo gioco di mantide seduttiva e si prepara all’incontro ripassando un libro giallo. Ma la recisione delle carotidi interromperà il sesso programmato con lei sopra di lui: non ci sarà traccia di orgasmo.

È la gelosia che divora dunque D., una gelosia che non è espressa emotivamente, se non attraverso l’odio, che viene ricostruito nel crescendo dei flash-back che portano dal narcisismo al narcisismo psicopatico. La gelosia nevrotica del mio ha già travalicato nell’invidia psicopatica dell’io in attesa della dissoluzione del , in questo caso la morte di chi non è rinato alla vita.

All’inizio della tresca è sta A. T. ad abbordare telefonicamente D.:

(sussurrando) Commissario, non mi conosci. Commissario, parlo col potente capo della sezione omicidi? Ma no che non mi conosci! Non mi hai mai visto! E che frequento i poliziotti io! Chi sono? Potrei essere una ladra, una maniaca, un’assassina, uno dei trenta assassini che circolano liberamente in città! Come mi chiamo? Eh, eh, scoprilo da te! Sei così bravo, ti fai fotografare, rilasci interviste. A proposito, cerca di dimagrire!

… Commissario, aiuto, aiuto, qualcuno sta entrando in casa mia! Sento i suoi passi! Da mesi mi minacciano, telefonate anonime, è qualcuno che vuole possedermi, violentarmi. Eccolo! È senza pantaloni! Ih, ih! Che orrore! Io sono sola, nuda, morirò violentata, è il mio destino. Aiuto!

… Sempre vestito di scuro, sempre a lutto. Guardi, non s’illuda: lei fisicamente non m’interessa! Fa troppo italiano medio, ha troppi capelli. Si capisce che suda molto. Sono sicura che manda un odore di lucido da scarpe, vero? Come tutti i poliziotti, dica la verità!

… Un poliziotto è pieno di segreti, come un prete! È la sua mente che mi eccita! Io sono un’ammiratrice della polizia! Sono un’aspirante confidente! Cosa non farei per essere interrogata da lei! (a lui che le dice qualcosa di sconcio) Fallo fare a quella puttana di tua sorella! (riattacca)

Ma è D., a questo punto, a penetrare in casa di A.T. mentre lei sta vedendo un incontro di boxe. Il sesso virtuale sado-maso può così diventare sesso sado-maso vero: può avvenire l’usurpazione del corpo dell’altro e può iniziare la lotta dei sessi per il dominio.

A. T. Chi è?

D. Polizia!

A.T. E chi poteva essere? Un ladro o un poliziotto!

D. (cercando prove ambientali) Chi c’è stato qui?

A.T. Un uomo!

D. Chi è lei? Che intenzioni ha? Perché mi ha telefonato? Diciamo subito che io non spendo per le donne!

A.T. Carino!

D. Lei doveva telefonare alla Buon costume, non alla Squadra Omicidi!

A.T. Ma per chi m’ha preso?

D. Che scopo hai?

A.T. Semplice divertimento!

D. (mostrandole un foglio) E tutti questi milionari! Come li hai conosciuti? Sempre per telefono, eh?

A.T. Lei è bravo! Accidenti, che poliziotto! Ma qui c’è un errore: nel ’66 io ero sola, come un cane!

Dopo l’atto sessuale A.T. cerca di svegliare D. dicendogli: Vuoi vedere che riesco a svegliarti. Interrogami. Facciamo qualcosa. Non dormire. Mi piace quando m’interroghi. Sei così sospettoso. Somigli a mio padre. Su, avanti, interrogami.

D. (ormai sveglio e con tono autoritario) Avanti, tanto per cominciare scendi dal letto. Scendi dal letto! Mettiti in ginocchio! E dritta! Dritta! (va ad accendersi una sigaretta)

A.T. (sorridendo e lasciando la posizione dritta) Ho capito: il silenzio fa sempre paura!

D. (spingendola col piede e con tono autoritario) Stai dritta! Adesso cerca di immaginare che ti aspettano ore tremende, domande crudeli, inganni, ricatti, tutto! (A.T. si tura le orecchie) Cerca di ricordare quelle cose della tua vita che hai dimenticato. Cerca di ricordare le immagini più vergognose della tua vita. E pensa che io posso sapere tutto di te. Perché lo stato mi offre tutti i mezzi per mettere a nudo un individuo. (le dà uno schiaffo)

A.T. (sottovoce) Stronzo!

D. Io voglio farti credere che io so tutto di te. E così facendo io faccio scattare in te il meccanismo del complesso di colpa.

A.T. Mi sono stufata, interrogami, fammi delle domande!

D. (dando pizzicotti sul volto della donna) Vuoi che ti faccia delle domande, eh, che t’interroghi?!

A.T. Sì, sì.

D. (torcendole un orecchio) E parla, parla, dimmi le cose più vergognose, parla. Solo se confessi tutto, le tue debolezze, la tua piccola vergogna quotidiana, tu puoi avere il mio perdono e la mia protezione. Capito?

A.T. Ho capito: fate come coi bambini!

D. Ma tutti ritornano un po’ bambini, segnatamente al cospetto dell’autorità costituita, insomma di fronte a me che rappresento il potere. (dandole uno schiaffo) E stai dritta! La legge! (le dà un altro schiaffo) E stai su! (lei singhiozza in silenzio: è pienamente entrata nel ruolo della vittima!) La legge, tutte le leggi, quelle conosciute e quelle sconosciute! L’indiziato ritorna un po’ bambino! E io divento il padre, il modello inattaccabile. La mia faccia diventa quella di Dio, della coscienza! È una messa in scena per toccare corde profonde, sentimenti segreti! No, non ti turbare. Tieni! (lui le dà un pasticcino che lei mangia avidamente) Io ti sto spiegando una mentalità perché… Ma cosa credi! Queste sono le basi sulle quali si poggia l’autorità costituita. Professori universitari, dirigenti di partito, procuratori delle imposte, capi-stazione. Vieni, vieni. Adesso ti faccio vedere come abbiamo trovato la puttana del Mandrione. Poi finiamo col somigliarci, noi poliziotti con i delinquenti, nelle parole, nelle abitudini, (mentre con una mano le abbraccia il collo quasi come un accenno a soffocarla) qualche volta perfino nei gesti.

A.T. Sei come un bambino. Più degli altri uomini che ho conosciuto.

D. Questo non lo dovevi dire … (la sdraia in orizzontale) … che sono un bambino! Questo non lo dovevi dire! Hai capito? Gli altri sono bambini! Hai capito?

Chi lo spiega alle persone d’autorità che sono più infantili dei sottoposti?

La Polizia italiana è stata oggetto del disprezzo internazionale per episodi come quelli della Diaz a Genova e quelli di quest’anno all’Università di Pisa. Quest’anno l’ECRI (Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza) ha scritto: Ci sono numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine … il discorso politico ha assunto toni altamente divisivi e antagonistici.

La presidente Meloni ha risposto con parole di circostanza.

(fine prima parte)

Adolfo Santoro

Articoli dal Blog “Disincantato” di Adolfo Santoro