Natale 2024

di Nicola Belcari - mercoledì 25 dicembre 2024 ore 09:00

Viviamo un triste tempo, l’epoca della stupidità elevata a sistema. In questo trionfo del niente, ben infiocchettato, cos’è per noi oggi il Natale? Che fine fa quella vaga religiosità, l’ombra della fede in cui ci hanno educati e cresciuti? A cui abbiamo creduto? Noi, ufficialmente cristiani e cattolici. Solo cristiani? Né l’uno, né l’altro? Sappiamo di essere o di non essere? Non è, per noi, una domanda attuale?

Una volta all’anno non ci accontentiamo di essere buoni, vogliamo pensare di esserlo. Vogliamo credere alla bontà, all’amore per l’umanità. La festa delle feste è una cara tradizione? Una bella favola a cui siamo affezionati? Ci fa sentire parte di una comunità? Sono dolci ricordi di un’altra età, d’un altro mondo? di bambini circonfusi d’affetto, di persone care?

Quello che si ricorda è il giorno in cui nacque un Uomo destinato alla morte in croce? Condannato dalla crudeltà umana di un potere politico e religioso.

Coloro che credono nel profondo di sé stanno in una cittadella assediata dal conformismo, dai peggiori ismi del presente sociale, con “fratelli” di una contemporaneità miscredente, approdati a un agnosticismo di fatto, vissuto senza essere scelto.

Va bene così: dopo ci sarà solo il peggio. Ci resta ancora quel briciolo di umanità. Facciamo finta quel tanto o poco che serve ed è meglio di niente, che nella finzione c’è comunque un granello di verità.

Per un giorno dimentichiamo i delinquenti d’ogni risma (malfattori incalliti nella corruzione, nella falsità, nella frode, professionisti pro domo loro, tutto l’esercito del male a cui non possiamo augurare un buon anno nuovo, né apprezziamo da loro di ricevere auguri, neanche quando cadono dall’alto di cariche o ruoli prestigiosi) per riunire quel gregge disperso a cui apparteniamo intorno a un fuoco ideale.

Quando cadrà l’ultimo velo (resteremo senza il Natale) la barbarie sarà completa.

Nicola Belcari