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venerdì 04 luglio 2025

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

Non va bene se…

di Federica Giusti - venerdì 04 luglio 2025 ore 07:00

Ci sono aspetti, dinamiche familiari che possono essere comuni, ma che non sono comunque sane.

Spesso siamo abituati a vedere, a segnalare a noi stessi ciò che è eclatante, è come se avessimo sviluppato una sensibilità minima per attivare il campanello d’allarme, scatta solo quando la situazione è molto critica. Ma credo sarebbe utile osservare anche le piccole cose, anche i piccoli cambiamenti.

Mi capita di sentire i pazienti che mi raccontano di come da piccoli e non solo, dovessero interpretare, indovinare direi, il clima emotivo che c’era in casa per capire se potevano o meno stare tranquilli. Implicitamente questo vuol dire che la serenità del singolo dipendeva dall’umore degli altri, e non è corretto, se ci pensiamo bene. Certo il clima emotivo influisce ma non deve e non può essere la nostra cartina tornasole…

In linea con questo c’è un altro atteggiamento che potrebbe sembrare banale ma non lo è, ossia lo stare zitti per evitare problemi. Questo significa vedere nel parlare, nel raccontarsi all’altro in famiglia, un pericolo importante di innescare un conflitto, e così si apprende che è meglio zittirsi piuttosto che affrontare un confronto.

E può accadere che, in questi contesti, si finisca con il non sentirsi mai tranquilli, mai a proprio agio, come se non ci fosse un posto in casa dove sentirsi liberi di essere sé stessi. Oppure può capitare di non sentirsi liberi di dire ciò che si pensa, addirittura di provare paura per ciò che si pensa, avendo timore di un giudizio e finendo, magari, con il dubitare del nostro stesso punto di vista.

Dall’altra parte, magari, mentre voi camminavate sulle uova, qualcuno aveva la libertà assoluta di esplodere ed inveire, e magari a voi spettava il ruolo di pacere, di mediatore o di giullare di turno, per stemperare la situazione.

Tutti questi comportamenti, tutte queste situazioni, possono essere sembrate normali nel corso del tempo per chi le ha vissute, ma come diceva il Menoni (mio prof di Pscicopatologia all’Università) Non si può passare per normale ciò che normale non è!

E questi possibili scenari sono tutto fuor che normali. E fanno soffrire che si trova a viverli.

Federica Giusti

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